Giu 12, 2017 Notizie Centro Prana

Marta, una mamma determinata

Testimonianza di un miracolo d'Amore.

Quando siedo alla scrivania del mio studio, non posso far a meno di rivolgere spesso lo sguardo sulla cornice d’argento che campeggia sulla mia scrivania, nella quale è racchiusa la foto di una deliziosa giovane signora che stringe a sé, con evidente trasporto, una bambinetta di poco più di un anno. Ricordo perfettamente il biglietto che accompagnava il dono: “A zia Sara, riconoscenti dedichiamo questa testimonianza di un miracolo d’amore. Marta e Margherita”.
Ebbene sì, fra le molte soddisfazioni che mi ha riservato la mia professione, posso vantare anche quella di aver contribuito alla nascita di un certo numero di bambini.
Sarà bene che mi spieghi, per evitare pericolosi equivoci e fraintendimenti. Prima di tutto, voglio chiarire che non ho mai e poi mai sconfinato in un territorio riservato esclusivamente ai medici che vantano una laurea per garantirsi il diritto di trattare le persone secondo i canoni della medicina tradizionale. A maggior ragione, non ho mai utilizzato nei miei trattamenti altra risorsa che non fosse la mia naturale energia bio-radiante, coadiuvata dalla mia sensibilità, dal mio intuito e dal mio amore incondizionato.
Quando Marta venne da me, due anni fa, era totalmente disperata e si era lasciata convincere a farmi visita da un’amica, che aveva visto in TV una trasmissione nella quale parlavo dell’efficacia dei trattamenti bio-radianti. Sposata ormai da dieci anni, desiderava ardentemente un figlio, che però ancora non arrivava. Sia lei che il marito non avevano nessun problema di natura fisica, come avevano rilevato i ripetuti esami eseguiti nel corso degli anni; d’altra parte, l’idea dell’inseminazione artificiale non la convinceva del tutto, e riteneva che adottare un bambino non le avrebbe in nessun caso assicurato la gioia e l’orgoglio di stringere a sé una creatura che fosse il risultato dell’amore fra lei e il marito.
Marta mi confessò solo molti mesi più tardi che, quando si sdraiò per la prima volta sul lettino, più rassegnata che fiduciosa, nutriva seri dubbi riguardo all’efficacia del mio intervento.
Imponendole le mani, dopo aver cercato di metterla a suo agio, avvertii una sorta di irrigidimento totale, quasi che Marta si trattenesse dal lasciar scorrere dentro di sé l’energia: era come se il suo corpo urlasse, silenziosamente: “è inutile che ti sforzi. Tutto quello che fai è inadeguato, non riuscirai mai a realizzare qualcosa di adeguato”.
Grazie alla mia innegabile capacità di entrare in sintonia con le persone, riuscii a far parlare di sé Marta, che non tardò a rivelarmi di essere secondogenita e di aver sempre sofferto di un grave complesso di inferiorità verso la sorella maggiore, che tutta la famiglia considerava assolutamente perfetta. Marta, divorata da un senso di competitività smisurato, in qualsiasi confronto con Gemma risultava sempre perdente. Eppure, come le feci rilevare, anche la mia giovane paziente poteva vantare una serie di successi, scolastici, professionali e affettivi!
Non c’era niente da fare: Marta si era inconsciamente convinta di essere incapace, e dunque di non poter mettere al mondo un figlio. Anzi, andando a scavare ancor più in profondità, mi accorsi che la sua paura maggiore era quella di rimanere, sì, incinta, ma di dare alla luce un bambino in qualche modo handicappato, in qualche modo imperfetto, come imperfetto era stato giudicato fino a quel momento qualsiasi suo risultato!
Non fu facile riequilibrare l’inconscio emozionale di Marta, e ci vollero più cicli di trattamenti, finché, dopo qualche mese, un giorno si presentò in studio raggiante, e mi diede la notizia che avevamo atteso con tanta ansia: a fine maggio sarebbe nata Margherita! La futura mamma non volle saperne di sospendere i trattamenti, perché era convinta che avrebbero contribuito a far nascere sana la bambina, tanto che le feci l’ultima seduta il giorno prima di essere ricoverata in clinica.
Il parto si svolse nel modo più tranquillo e facile che si potesse sperare: evidentemente, l’energia bio-radiante era stata assorbita perfettamente anche dalla piccola, che si era rilassata nel pancione della mamma, sentendosi sicura, protetta e, soprattutto, desiderata.
Pochi giorni fa, Marta è tornata nel mio studio, accompagnata da Margherita, portandomi in dono la foto incorniciata. Non era solo un a visita di cortesia, dal momento che Marta intendeva fissare un nuovo ciclo di sedute, con un intendimento ben preciso: lei e il marito avevano deciso che era il momento giusto per regalare un fratellino alla bimba, e, per non rischiare di complicare le cose, ricorrevano ancora una volta a me, come…levatrice/madrina/portafortuna.
Ancora è presto per sapere se anche in questo caso le energie bio-radianti abbiano dato i risultati sperati, ma io non ho dubbi che presto sulla porta di casa comparirà un fiocco. Rosa o azzurro? Beh, non posso chiedere all’energia l’impossibile: i miei trattamenti possono far superare a Marta le sue resistenze inconsce. Per quanto riguarda il sesso del nascituro, è più opportuno rivolgersi… a Qualcuno più in alto!