Quando il dolore si materializza
La storia della cara Anna Maria e della sua sofferenza.
La ragione del mio successo professionale? Penso che al mondo esistano un buon numero di persone dotate di un uguale grado di energia bio-radiante, ma credo che il motivo per cui i miei clienti si affezionano in modo tanto forte a me sia dovuto al fatto che non mi pongo come “La Guaritrice”, colei che ha il potere di risolvere i problemi del corpo, ma come un’amica affettuosa, capace di sostenere e incoraggiare, disposta a rivelare tutto quello che sa e che ha imparato in tanti anni di esperienza sul campo. Penso, che oggi come oggi, il sapere non debba essere considerato come un tesoro da custodire gelosamente all’interno di una ristretta cerchia di iniziati, ma un insieme di informazioni che devono circolare, come circola il sangue all’interno di un organismo. Sono d’accordo con uno degli illuminati della nostra epoca, Osho, quando afferma che “ un buon maestro deve condurre i suoi discepoli tanto lontano quanto lui stesso si è spinto”. Nella speranza, che l’allievo possa a sua volta andare ancora più avanti, raggiungendo un’altra tappa nel cammino della consapevolezza. Consapevolezza… . Quanto mi piace questa parola, che rappresenta il traguardo verso il quale l’umanità intera tende, ma che è ancora patrimonio di un numero limitato di persone. Ma non scoraggiamoci: il cammino è ancora lungo, ma in questi ultimi decenni si sono fatti passi da gigante; quando un numero sufficiente di individui avrà compreso la causa che determina, nel corpo umano, la salute o la malattia, il DNA di tutti gli abitanti dell’universo subirà una profonda trasformazione, e l’uomo diventerà un organismo in grado di autoguarisi: questo è uno dei messaggi delle menti più evolute del nostro secolo fondamentali per lo sviluppo della consapevolezza umana. La nostra mente, ancorata a idee di scarsità, di limitatezza, di impotenza, fa sì che le nostre cellule lavorino al 30% delle loro possibilità. Provate a pensare: perché una stella marina è in grado di ricostruire, da sola, di ricostruire uno dei suoi bracci, se viene amputato, e un essere completo e sofisticato come l’uomo soccombe a un miserabile virus?
E’ una contraddizione evidente: l’universo non può aver discriminato in questo modo le sue creature! Sono le creature umane stesse a volersi autolimitare, aderendo a pensieri che sofocano, anziché potenziare, la loro energia. Pensate a che grandi esseri sono i bambini, fin tanto che genitori e insegnanti non abbiano provveduto a “educarli”, tarpando loro le ali: per loro non c’è niente di impossibile, ogni traguardo sembra a portata di mano. Ma questi re diventano ben presto sudditi di una divinità potente e terribile: la Paura, che li obbliga a credere che la vita è sofferenza e dolore, che non esiste felicità, che noi tutti dobbiamo attraversare questa valle di lacrime che è la Vita, per godere dell’unica certezza, la Morte. Che prospettiva allettante!
Al di là delle sedute di energia bio-radiante, sento che il mio compito è quello di istigare chi si rivolge a me a ribellarsi a questa trappola dell’ego, a uscire da questa visione catastrofica e a recuperare una visione della vita basata sull’Amore (o Energia, o Dio, o come vi sembra più opportuno chiamarla) e non sulla Paura.
Cambiare punto di vista può portare a una vera rivoluzione nella vita!
Ho un esempio da proporvi a sostegno di questa tesi: la storia di Anna Maria, una cara amica che conobbi qualche anno fa.
Quando giunse al mio studio, di Anna Maria mi colpì l’aura, estremamente scura, segno di una profonda sofferenza: questa signora, poco più che trentenne era infatti afflitta da una cisti alle ovaie tanto grande da far pensare che fosse incinta all’ultimo mese di gravidanza.
La cisti, secondo la medicina psicosomatica, non è altro che un grumo di sofferenza, che, a seconda dell’organo che colpisce, ha a che fare con un problema specifico della persona, riguardante senso di colpa, o di impotenza, o di incapacità. Se è localizzata negli organi sessuali, sia per la donna che per l’uomo, indica problemi con la procreazione o con la creatività (che altro non è, se non procreazione di idee, di opere, che siano quadri, sculture, poesie).
Nel caso di Anna Maria, la cisti si era saldamente ancorata a un’ovaia già da anni, ma i medici che l’avevano visitato avevano dichiarato che era impossibile operarla, perché la posizione era tale da rendere assai rischioso l’intervento. Ora, questa massa di impotenza, di rabbia, di sconfitta, le procurava dolori insopportabili, che l’avevano spinta a venirmi a consultare, dopo aver visto una delle mie trasmissioni. Quello che Anna Maria attendeva come un miracolo era di riuscire a condurre un’esistenza normale, non più funestata dal dolore continuo. Quello a cui la ragazza stava andando incontro, era sì un miracolo, ma che avrebbe sconvolto la sua esistenza, non solo liberandola dalla sofferenza fisica, ma facendole riscoprire il piacere dell’espressione libera.
Dotata di effettivo talento, entusiasta, dalla mente brillante, Anna Maria era riuscita a convincere i genitori a frequentare il Liceo Artistico, poi l’Accademia di Belle Arti di Brera. Il suo sogno era poter andare in America e seguire le correnti artistiche all’avanguardia, e di tentare lei stessa la carriera di pittrice. Ma i genitori, onesti benestanti brianzoli, l’avevano assecondata (non senza qualche lamentela) fino al conseguimento del diploma, per crearle poi una serie di dubbie e di paure riguardo a una carriera niente affatto sicura. Dopo un bombardamento di negatività, al quale si erano associati nonni, zii, fratelli e parenti di vario grado, Anna Maria aveva accettato una cattedra di Storia dell’Arte e aveva intrapreso la carriera, sicura ma per lei limitante, di insegnante. Il malcontento sepolto sotto la sua serietà professionale aveva prodotto un primo nucleo, che era andato crescendo negli anni: la cisti che si era insediata su una delle ovaie era il risultato della sua sottomissione alla visione borghese della vita della sua famiglia, che lei non condivideva, ma che per un insano senso di dovere e di riconoscenza, si era imposta di accettare.
Compresi subito che, oltre a somministrarle energia bio-radiante, il mio compito era quello di sostenerla a dare una svolta alla sua vita. Con il primo ciclo di sedute, riuscii prima di tutto a staccare, letteralmente, dall’ovaia quel grumo di sofferenza repressa che deformava il suo corpo come la sua anima. Ora, Anna Maria era in grado di affrontare l’intervento di asportazione della cisti. Quando questa venne rimossa, tuttavia, l’equilibrio energetico della ragazza era ancora molto fragile. Mi telefonò, e dietro mia sollecitazione tornò per affrontare altri due cicli di sedute, che avevano lo scopo di rafforzare la sua aura indebolita di…risistemare gli organi interni (stomaco e intestino), che erano stati spostati dalla loro sede naturale man mano che la cisti cresceva.
Finalmente, il giorno dell’ultima seduta, vidi entrare nello studio una Anna Maria dall’aura chiara, luminosa, sana. Durante il trattamento, mi raccontò che intendeva prendersi un anno sabbatico, per recarsi a New York e cercare di realizzare il suo sogno, disposta a tornare alla sua professione, se non avesse successo.
Per qualche anno non seppi più niente di lei, poi un giorno mi arrivò un invito per un vernissage: Anna Maria aveva una sua personale a Milano!