Enrico - Iniezioni di vitalità
Testimonianza ricevuta da Enrico che racconta l'efficacia dell'energia bio.
Mi piace iniziare questa testimonianza riportando par pari le parole di una lettera che ho ricevuto tempo fa e che racconta, molto meglio di come potrei fare io, l’efficacia dell’energia bio - radiante nella soluzione di un problema fisico difficile, quasi disperato. La lettera è firmata “una cara amica”, ed è il riconoscimento più bello che chi mi ha conosciuto possa attribuirmi.
“Carissima Sara, desidero scriverti queste poche righe per dirti una parola che, a voce, ti ho ripetuto molte volte: GRAZIE!
Grazie, perché sono passati cinque anni da quel brutto giorno in cui il mio piccoli, che allora aveva sei anni, in una bellissima giornata estiva, mentre giocava in giardino si era ferito a una gamba e, nonostante il mio tempestivo intervento per arginare l’emorragia, il sangue continuava a scorrere in maniera preoccupante. Portato d’urgenza al pronto soccorso, a Enrico venne diagnosticato un calo improvviso di piastrine, la cui causa, anche dopo la più accurata serie di esami, non fu possibile attribuire a nessuna patologia specifica. Ho passato a fianco di Enrico tre giorni, durante i quali gli vennero somministrate svariate flebo di cortisone. Il fenomeno emorragico era stato arginato, ma da quel momento Enrico cominciò a soffrire di una serie di piccoli disturbi: tutti i raffreddori, le influenze, le malattie da raffreddamento erano sue! Inoltre, la sia vitalità si era spenta: che ne era dell’Enrico terremoto, sempre pronto a correre, a saltare, ad arrampicarsi?
Una domenica sera, ho visto la tua trasmissione, e subito ho provato un’istintiva fiducia in te, dalla quale scaturì immediata la decisione di portare a Milano Enrico. Pensavo che mio figlio avesse bisogno della tua energia, visto che il cortisone somministratogli in dosi così elevate aveva abbassato notevolmente le sue difese immunitarie. Appena ti ho conosciuto, ho subito capito che GRANDE PERSONA sei. Infatti ci hai accolto con tanta serenità e amore, ci hai incoraggiato, curato subito con la tua energia…e tutto questo, con grande semplicità!
Dopo poche sedute, Enrico ha ripreso a correre e saltare come prima. Io, la sua mamma, ho ritrovato la gioia che la sua malattia mi aveva tolto.
Grazie, ancora, sempre…”
Al di là della grande soddisfazione che ho provato nel constatare come, ancora una volta, grazie all’energia bio – radiante, sono stata in grado di riportare gioia e salute all’interno di una famiglia, questa lettera mi permette, ancora una volta, di sottolineare come le metodiche della medicina tradizionale, che pure sono fondamentali nella risoluzione di qualsiasi disturbo, molto spesso sono però insufficienti per riportare uno stato di pieno benessere. In questo caso, le flebo avevano arginato il fenomeno emorragico, ma avevano indebolito in modo considerevole le difese immunitarie di Enrico, deprimendone la resistenza alle malattie e, di conseguenza, la vitalità.
Il cortisone è un ormone che viene rilasciato nel sangue dalle ghiandole surrenali in condizione di stress, elevando la pressione arteriosa e deprimendo il sistema immunitario, tanto che è stata riscontrata una stretta correlazione fra livello di stress e malattia. La medicina moderna utilizza il cortisone per le sue forti proprietà antinfiammatorie; tuttavia, se usato in dosi massicce, tende a distruggere le difese immunitarie e a rendere l’individuo più indifeso contro l’attacco dei virus e di conseguenza più debole.
In un caso come questo, si può dimostrare come le energie bio –radianti possano lavorare in sinergia con la medicina ufficiale: da un lato, viene sconfitto il malessere tempestivamente, somministrando una “bomba” contro gli attacchi virali, dall’altro, attraverso la somministrazione di energia da parte dell’operatore, viene stimolata l’energia individuale, permettendo la riformazione degli anticorpi. In questo è consistita la prima parte del mio intervento nei confronti di Enrico, la più facile e veloce. Ma il vero problema era agire sulla causa scatenante che aveva richiesto il ricovero di Enrico e la somministrazione di cortisone, ovvero l’emorragia causata da un deficit delle piastrine, che sono i componenti del sangue preposti alla coagulazione.
Nella medicina psicosomatica, il sangue (e, di conseguenza, gli elementi che lo compongono: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) rappresentano la vita stessa; una carenza di uno dei sui componenti è quasi sempre correlata a un rifiuto – cronico o occasionale- della vita stessa.
Esclusa a priori la prima ipotesi, dal momento che Enrico era stato fino a quel momento un bambino sano e vivace, non rimaneva che pensare alla seconda. Chiacchierando con il bambino, come faccio sempre durante le mie sedute per renderle più informali, venni a scoprire che il primo anno di scuola era stato per lui una tortura, perché la maestra, una di quelle signore vecchio stampo che ritengono che la vivacità sia un difetto da reprimere, lo aveva preso di mira proprio a causa della sua invidiabile vitalità che gli impediva di stare fermo a lungo. Era seguita una lunga serie di castighi, di note a casa, di compiti supplementari, che Enrico, molto intelligente e sensibile, ma piuttosto introverso aveva subito, ma non accettato.
Nel suo inconscio, si era creato il pensiero che “ Se sono vivo vengo disapprovato” e, di conseguenza, il suo corpo aveva reagito in modo da deprimere quella meravigliosa vitalità di cui l’Universo lo aveva dotato.
Far ritrovare a Enrico la sua esuberanza non è stato particolarmente difficile. Ma è stato per me un grosso rammarico il non poter fare qualche seduta anche…alla sua maestra, per riconciliarla con un principio chiave della pedagogia moderna, e cioè che la vitalità va incoraggiata, e non repressa!